Sabrina Conchedda
Lineaesse
“La creatività secondo me è la necessità di esternare il proprio essere, la propria visione delle cose e concretizzare i propri sentimenti.”
Qual’è/qual’è stata la tua più grande soddisfazione professionale?
La mia più grande soddisfazione professionale è arrivata quando, anni fa, un grande stilista come il signor Antonio Marras mi ha detto di essere entusiasta dei miei tessuti.
Qual è stato un primo traguardo che hai raggiunto in questo ruolo da designer?
Forse non proprio il primo, ma sicuramente il più importante: creare una collezione completamente nuova rispetto alla tipologia di prodotto che produceva l’azienda per cui lavoravo e vederla evolvere negli anni a venire.
Difatti, quando ho iniziato a lavorare nella ditta in cui ho lavorato per quindici anni, loro realizzavano un prodotto di cardato, prettamente pratese, ma poco dopo il mio arrivo, per volontà del titolare, è stato deciso di stravolgere il prodotto aziendale e iniziare a lavorare il cotone. Da lì la ditta ha iniziato a crescere in maniera esponenziale ed è stata una grande e bella soddisfazione.
Cosa ti ha spinto ad intraprendere il tuo percorso da designer/creativo all’interno del Distretto? Da dove è nata la tua passione per il mondo dei tessuti?
Mi sono diplomata all’Istituto Tullio Buzzi, nel lontano ‘88… a quel tempo non c’era motivo di cercare lavoro in un posto diverso da Prato perché Prato era il centro del mondo; quindi è così che è iniziato il mio percorso nel Distretto Pratese: un pò “per caso”, un pò per passione. Una passione per i vestiti che mi portavo dietro sin da quando ero piccolina. E non potendo essere una stilista di vestiti sono diventata una stilista di tessuti.
Qual’è la tua definizione di “creatività”?
La creatività secondo me è la necessità di esternare il proprio essere, la propria visione delle cose e concretizzare i propri sentimenti. Io credo che anche se si decidesse di affidare a 10 tecnici lo stesso tessuto per lo stesso progetto, ognuno ne uscirebbe con un articolo diverso dagli altri, unico ed originale, perché ognuno ha il proprio modo di vedere e sentire le cose.