Giacomo Mattei

SMI Tessuti SpA

“La creatività può essere una condizione per raggiungere una sostenibilità utilizzando strade non convenzionali.” 

Qual’e’ la tua definizione di creatività?

Di solito si associa il concetto di creatività con qualcosa di altamente straordinario, di molto colorato e visivamente importante.
In realtà, secondo me, la creatività si può applicare anche a molti altri piccoli concetti quotidiani.

Creativo può essere il modo di affrontare un problema, guardandolo da un altro punto di vista. Creatività potrebbe essere utilizzare le risorse esistenti e la storia dell’azienda in un modo completamente diverso.

Questo comporta una mentalità non statica e la capacità di non dare mai, e poi mai, qualcosa per scontato solo perché frutto di radicate abitudini.
Quando pensiamo a una collezione cerchiamo di associare questo concetto alle più consuete fonti di ispirazione, in modo da ottenere un’idea di tessuto davvero nuova e “creativa”.

Giacomo-Mattei-SMI-Tessuti-spa
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Che cos’è secondo te la creatività sostenibile?

Mi collego alla risposta precedente. Un’azienda, di qualsiasi settore, non solo quello tessile, specialmente se esiste da molti anni, ha una sua storia e un proprio DNA.
Ecco, attingere a questi due fattori, senza rimanerne prigionieri, riadattando le proprie risorse in modo nuovo, uscendo dalla vecchia mentalità dei ruoli e dei settori, e magari, anche una collaborazione tra aziende, invece di considerarsi solo “concorrenti” può far parte del concetto di creatività sostenibile.

Il concetto è che per ottenere qualcosa di sostenibile esistono modi ed azioni dirette, che ormai tutti conosciamo e che in tanti stiamo attuando con consapevolezza.
Esistono però, anche modalità indirette, nascoste. Ecco, la creatività può essere una condizione per raggiungere una sostenibilità utilizzando strade non convenzionali.

Chi l’avrebbe mai detto che Gucci e Balenciaga, anche se appartenenti allo stesso Gruppo e di fatto concorrenti, avrebbero mischiato la propria immagine in una collezione unica? Questo è un ottimo esempio di “ sostenibilità creativa”!

Come vedi il futuro del fashion dei prossimi 10 anni?

La parte più intrigante del nostro settore, come tutto il sistema moda, sta proprio nell’incognito.

Basti pensare che, quindici anni fa, credevamo in tanti che il tessile italiano non sarebbe sopravvissuto (o quasi) al velocissimo sviluppo tessile del Far East! Invece siamo ancora qui, in meno, ma sempre una realtà molto importante!

Per il futuro dovremo essere più attenti ai continui cambiamenti economici, sociali, di costume e alle sfide che questo complesso e affascinante mondo ci metterà davanti.

Sono molto positivo soprattutto per il distretto pratese, che reputo essere molto più “svelto” e meno statico rispetto ad altri.
Abbiamo un distretto che è un unicum a livello mondiale in fatto di know-how e flessibilità. Finché riusciremo a portare avanti tutto il sistema saremo sempre competitivi e appetibili per il mondo del fashion, qualunque siano le tendenze future.

Continuerà ad esistere la moda low-cost, ma ci dovremo allontanare sempre di più fino a renderci indipendenti da questo concetto.

Innovazione e qualità sono le caratteristiche che il fashion ha sempre richiesto e continuerà ad esigere.

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Secondo lei, quali sono le caratteristiche della sua azienda che la rendono diversa rispetto alle altre

Credo che le risposte precedenti siano già state una premessa.

In SMI Tessuti SpA, cerchiamo di avere una mentalità veramente aperta, a 360gradi, e questo forse anche perché non ho una formazione puramente tessile.
Non sono cresciuto in azienda ma ho fatto un percorso personale completamente diverso. Ho un diploma di perito tessile ma sono effettivamente entrato a far parte dell’azienda dopo l’Università. È stata una decisione presa con consapevolezza e determinazione quando ero ormai adulto.
Sicuramente è stato molto più faticoso per certi aspetti, avendo dovuto imparare tutto molto velocemente.
Però credo di aver approcciato questo mestiere senza particolari preconcetti e pregiudizi, che spesso ostacolano proprio il processo “creativo”.

Tutto questo lo riportiamo nell’operato quotidiano, dalla stesura della collezione, alla fase produttiva.