Pietro Razzai
Manteco
“il futuro della moda sarà in gran parte digitale e non più solo fungibile concretamente.”
Cosa ti ha spinto a intraprendere il tuo percorso da designer/creativo all’interno del Distretto? Da dove è nata la tua passione per il mondo dei tessuti?
Durante il percorso di studi presso l’istituto Tullio Buzzi, trampolino di lancio per la maggior parte dei tecnici e designer attivi nel distretto tessile pratese, gli studenti devono scegliere in cosa specializzarsi.
Io non avevo nemmeno preso in considerazione l’idea di intraprendere un percorso di questo tipo, ma sin dalla prima volta che sono entrato nelle aule adibite allo studio delle materie creative e tessili mi sono appassionato vivamente.
Dopo aver iniziato il percorso di studi mi sono interessato sempre di più alla creatività e al design, specialmente ai tessuti.
Finito il mio percorso, ho iniziato la mia carriera lavorativa come designer all’interno di Manteco; è qui che ho affinato le mie conoscenze della materia e ho avuto la possibilità di dare sfogo alla mia creatività.
Il percorso di apprendimento però non è ancora finito ed ogni giorno, grazie agli importanti progetti che portiamo avanti, ho la possibilità di ampliare le mie conoscenze e studiare nuovi prodotti.
Cos’è per te la creatività sostenibile?
Non si parla più di qualcosa di accessorio. La sostenibilità non può essere più intesa come qualcosa che prescinde dal prodotto stesso, come qualcosa di diverso. Noi creativi nel processo di sviluppo di un prodotto dobbiamo, progettando il design finale, integrare anche la componente sostenibile: materiali da utilizzare, lavorazioni da eseguire, scarti da re immettere nel processo produttivo.
La creatività sostenibile però è anche educazione; proporre un prodotto sostenibile può risultare efficace se si cavalca l’onda della sostenibilità, ma il nostro obbiettivo è un altro. È quello di creare un prodotto che, pur essendo studiato nel dettaglio per essere sostenibile quanto più possibile, non venga acquistato soltanto per questo motivo, ma soprattutto per la sua estetica.
È solo così che il design sostenibile potrà veramente entrare a far parte delle vite di tutti ed impattare veramente le nostre abitudini. Fa rumore ma non si vede.
Come vedi il settore fashion qui a dieci anni? Quali saranno le grandi tendenze future?
Negli ultimi giorni ho sentito molto parlare di un nuovo progetto che Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, vuole portare avanti… ossia il METAVERSO. Questo progetto definisce ancora di più la mia idea che il futuro della moda sarà in gran parte digitale e non più solo fungibile concretamente.
Il fashion dovrà affrontare un forte cambiamento per portare anche in digitale tutto ciò che oggi giorno viene venduto fisicamente. Borse, scarpe, vestiti virtuali per i nostri avatar digitali, saranno gli abiti che le generazioni successive acquisteranno più di frequente. Già adesso vediamo un filone di mercato che si muove in questa direzione, come Balenciaga che già crea outfit virtuali per gli avatar di giochi come Fortnite. Ma sicuramente questo è solo l’inizio, e molto probabilmente, tra qualche tempo, potremo acquistare outfit per i nostri avatar attivi su social network innovativi.
Quali sono le caratteristiche fondamentali che un giovane Designer deve dimostrare?
Io posso dirlo in prima persona. Essendo anche io un giovane designer, ancora un po’ inesperto, mi rendo conto ogni giorno delle difficoltà del mestiere e delle qualità che una figura di questo tipo necessita per svolgere al meglio il proprio lavoro. Immancabile deve essere l’assoluta volontà di intraprendere un percorso di questo tipo. Potrebbe sembrare un discorso banale, ma è fondamentale chiedersi ogni giorno se quello che facciamo sia quello che ci piace veramente, in caso di risposta negativa meglio abbandonare subito… ma se invece giorno dopo giorno sei felice di ciò che fai e di ciò che stai costruendo, beh, allora buttati!
Oltre alla volontà, che è il tassello fondamentale per intraprendere un percorso nel mondo creativo, un Designer deve avere un’immaginazione e apertura mentale fuori dal comune, per poter andare oltre il tangibile e creare qualcosa che ancora non esiste; una cura del dettaglio quasi patologica che ti porta a ricercare la perfezione in ogni minima cosa; e infine deve essere portato per il duro lavoro: a tanto sforzo creativo, studio e immaginazione si contrappone infatti ancora più lavoro tangibile, essenziale per concretizzare le idee.
Qualcuno potrebbe essere si impressionato e aver deciso di lasciar perdere, ma se ci credi davvero, se vuoi davvero diventare un grande designer con tanto duro lavoro è possibile.